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Pubblicato inSalute

Abbronzatura, tra bufale e falsi miti

Una pelle ambrata e pronta per l’estate non è mai esente da rischi. Scottature, eritemi e – nei casi più gravi – tumori della pelle sono problemi reali da cui è importante proteggersi. La dermatologa ci aiuta a fare chiarezza sui rischi dell’abbronzatura

abbronzatura

Di falsi miti su estate e abbronzatura ne circolano molti: c’è chi pensa che le ustioni, per quanto possano essere fastidiose e, spesso, anche dolorose, non abbiano effetti. Oppure che per avere una bella pelle dorata sia importante fare il pieno di betacarotene.  Abbiamo provato a sfatare quelli più comuni.

Le ustioni sono innocue e non hanno effetti sul lungo periodo: FALSO

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Questo vale soprattutto per i bambini. Pensate che un’ustione subita all’età di 5 anni vale 20 volte volte un’ustione presa a 15 anni, e che questa vale 20 volte una subita a 30. A 40 anni si subiscono ancora i danni delle ustioni degli anni precedenti. E non si parla solo di ustioni dolorose e spellamenti. Anche un semplice arrossamento della pelle può essere dare problemi, soprattutto per i più piccoli.

Mettere la maglietta protegge dal sole: FALSO

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Spesso molte mamme pensano che sia sufficiente tenere su la maglietta ai bambini in spiaggia (soprattutto se con una carnagione molto chiara) per proteggerli dagli effetti dannosi del sole. In realtà non è così. L’unica vera protezione è allontanare i più piccoli dalla spiaggia nelle ore più calde della giornata, dalle 12 alle 15. Le fibre dei tessuti infatti non sono in grado di proteggere dai raggi solari, e lo stesso vale per i materiali con cui sono fatti i cappellini estivi (ecco perché, se si è calvi, conviene mettere la crema anche sulla testa sotto al copricapo!) 

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Una crema vale l’altra: FALSO

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Spesso quando ci destreggiamo tra gli scaffali del supermercato alla ricerca della crema solare per un’abbronzatura perfetta, sono due gli elementi che prendiamo in considerazione: il formato e il fattore di protezione SPF. Per quanto riguarda il formato, è importante sapere che non tutti sono uguali. Meglio optare per il formato spray, sicuramente più pratico e facile da applicare, e penetra meglio anche con i peli. Inoltre il dispenser non lascia passare nulla (cosa che avviene invece con le creme o gli stick) e questo riduce di molto il rischio di contaminazione batterica. Piccolo cenno anche in merito ai filtri solari: ne esistono di due tipi, quelli fisici e quelli chimici. I filtri solari fisici (o inorganici) sono da preferire perché hanno proprietà schermanti, per cui riflettono i raggi solari proprio come degli specchi. I filtri solari chimici, al contrario, catturano l’energia delle radiazioni UV trattenendo il calore.

La protezione 50 solo sui nei, e solo i primi giorni: FALSO

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Che sia importante proteggere i nei durante l’esposizione al sole è fuori da ogni dubbio, ma la protezione non dovrebbe limitarsi solo ed esclusivamente ad alcune aree. Il rischio di melanoma è infatti del 30% su un neo già esistente e del 70% su altre aree del corpo

È importante anche riapplicare la crema ogni due ore. Dopo tre ore infatti l’SPF si dimezza, così come dopo il bagno al mare, per questo è meglio partire da un fattore di protezione molto alto. Dopo la seconda settimana di esposizione ai raggi solari è possibile ridurre di un po’ la frequenza. 

Leggi anche: “Melanoma, sei consigli per un’estate protetta”

Ho la pelle scura, la crema non mi serve: FALSO

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Non è vero che chi diventa subito scuro non soffre il sole. Il sole aumenta il rischio di melanoma, il tumore più aggressivo, invecchia la pelle e provoca le rughe. Di conseguenza, forse l’abbronzatura non è proprio sinonimo di salute. 

Il betacarotene fa bene alla pelle: FALSO

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Il betacarotene aumenta la produzione di melanina, ma non protegge dal rischio dei raggi solari e può essere cancerogeno. Molto meglio assumere sostanze a base di licopene o Polypodium Leucotomos, che prevengono i danni causati dagli eritemi e dall’invecchiamento. La melanina che dà alla pelle il classico colore ambrato in realtà è solo un modo per riparare i danni.

Per approfondire: Sole e pelle, intervista alla dermatologa