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Pubblicato inSalute

Sessualità fluida: una nuova moda o la fine di un tabù?

Aumenta il numero delle persone che si definiscono bisessuali: una tendenza in aumento o semplicemente un argomento che non è più tabù? Il parere della sessuologa del Centro Medico Santagostino.

sessualità fluida

Febbraio è il mese dell’amore, in tutte le sue declinazioni: eterosessuali, omosessuali e anche bisessuali.

Già, perché i dati ci dicono che le persone che si autodefiniscono bisessuali sono sempre di più. Soprattutto nella fascia giovane della popolazione, ovvero le nuove generazioni. Un sondaggio condotto lo scorso anno dalla Bbc tra i giovanissimi (16-22) inglesi mostra che il 9 per cento degli intervistati si dichiara ugualmente attratto da entrambi i sessi e che il 14 per cento affermi di essere attratto “maggiormente” — ma non solo — da persone del sesso opposto. Le donne bisessuali sono le più numerose. Secondo un’indagine del 2016 condotta negli Stati Uniti su oltre 9 mila persone tra i 15 e i 44 anni, le donne che si definiscono bisessuali sono passate dal 3,9 al 5,5 per cento negli ultimi dieci anni e gli uomini dall’1,2 al 2 per cento.

Ma cosa vuol dire sessualità fluida? È possibile che sia una tendenza in aumento o forse si sta solo cominciando a parlarne di più? Oggi, anche tra i più giovani, c’è sicuramente una maggiore consapevolezza in merito al genere,  all’identità di genere e parlando di donne, molti aspetti della sessualità femminile, che fino a poco tempo fa erano ancora un tabù, oggi sono meglio conosciuti e compresi (senza distinzioni di età).

Bisessuali si nasce?

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«Uno dei dibattiti più interessanti circa l’orientamento sessuale è quello che cerca di stabilirne l’origine», racconta Paola Zucchi, sessuologa e psicologa del Centro Medico Santagostino, «La prima domanda che viene da farsi è: l’orientamento sessuale degli esseri umani dipende dalla “natura”, ha cioè basi biologiche, oppure dalla “cultura”, ossia da variabili sociali e culturali? Fino a qualche tempo fa, la posizione scientifica prevalente vedeva l’orientamento sessuale come un tratto stabile e innato. Attualmente — complice una società sempre meno rigida e sempre più tollerante rispetto alle variabilità individuali — si è arrivati a teorizzare che l’orientamento sessuale sia in realtà flessibile e in costante evoluzione durante l’arco della vita».

Cos’è la sessualità fluida e perché i giovani si sentono più fluidi sessualmente?

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Negli anni Cinquanta, il sessuologo americano Alfred Kinsey chiese a centinaia di donne e uomini di classificare il proprio orientamento sessuale sulla base di una scala da 0 a 6, dove 0 stava per “totalmente eterosessuale” e 6 per “totalmente omosessuale”.

I risultati furono sorprendenti, e non solo perché rivelarono che il 10% degli americani era omosessuale, ma anche perché misero in evidenza tutte le sfumature intermedie tra i due orientamenti.

«A partire da questo, sappiamo che la fluidità sessuale è un concetto coniato nel 2008 da Lisa Diamond, psicologa americana, e che ipotizzò la capacità degli individui di avere una reattività sessuale flessibile a seconda delle circostanze» continua Zucchi. «A seguito degli studi compiuti negli Stati Uniti, la psicologa arrivò a sostenere che le persone sarebbero in possesso di una predisposizione sessuale di base che rappresenta una sorta di “nucleo stabile”. La variabilità nel comportamento sessuale ruota poi attorno a questo nucleo: cambiamenti anche minimi dell’orientamento possono riflettersi e modificare l’identità sessuale».

«Questo non significa certamente che il nostro orientamento sessuale sia “spinto” in direzioni casuali, ma aiuta familiarizzare con l’idea che la sessualità umana sia decisamente più complessa di quello che spesso siamo abituati a pensare» continua Zucchi. «Le esperienze di desiderio e attrazione sessuale sono biologicamente connotate, ma vengono senz’altro modellate anche da fattori sociali e culturali caratteristici per ciascun individuo. A tal proposito si parla infatti di “le omosessualità”, “le eterosessualità” e “le bisessualità”, al fine di comprendere tutte le variabili soggettive che possono essere sottintese. Non stupisce che oggi a fianco di queste “etichette di identità sessuali” ne compaiano molte altre come “pansessualità”, “poliamorosità” e per contrasto “asessualità”».

San Valentino senza categorie

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«L’idea che la sessualità umana sia fluida però non è ancora così ben radicata nel pensiero comune. Anzi, incontra spesso resistenze», conclude la dottoressa Zucchi.

«Se infatti la società moderna sta lentamente imparando a considerare l’omosessualità un’opzione, non altrettanto vale per altri orientamenti sessuali come la bisessualità. Un conto infatti è muoversi tra le categorie, più difficile è accettare che non sempre tutto possa essere etichettato. San Valentino è il giorno giusto per dedicare del tempo alla persona che amiamo, alle nostre emozioni e ricordarci che, almeno per quelle, non esistono regole».