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Pubblicato inBenessere

Smettere di fumare fa ingrassare?

Molti hanno paura a smettere di fumare perché temono per la linea. È vero? Come si può rimediare? Con un corretto stile alimentare, esercizio fisico e un lavoro sulle proprie emozioni.  Ma soprattutto con un approccio integrato che affronti tutti gli aspetti del fumo

Una delle cause di aumento di peso riscontrate durante le prime visite dietistiche – oltre al matrimonio, i figli, la menopausa e il cambio dello stile di vita – è proprio la scelta di smettere di fumare.

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Smettere di fumare provoca l’aumento di peso? Vero o falso?

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“Un incremento di peso corporeo di entità variabile si verifica nell’85% circa dei pazienti che smettono di fumare“, spiega, il dott. Benedetto Rho, pneumologo, esperto di percorsi antifumo.

“Ciò avviene principalmente per i seguenti motivi: perdita dell’azione anoressizzante della nicotina, la cui assenza determina un abbassamento del metabolismo basale, con conseguente aumento delle calorie con l’alimentazione; miglioramento della percezione del gusto non più attenuato dal fumo; accentuata oralità compensatoria: il soggetto sente il bisogno continuo di mettere qualcosa in bocca, meglio se dolce per auto gratificarsi”. 

Come si fa a non ingrassare dopo aver smesso di fumare?

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“Con una strategia adeguata è perfettamente possibile limitare al minimo la crescita ponderale. seguire un’alimentazione prevalentemente a base di verdura, frutta e proteine; limitare i dolciumi e i grassi, bere molta acqua.

E poi serve un incremento dell’esercizio fisico. Non occorre raggiungere prestazioni da primato! L’equivalente di mezz’ora di attività fisica, anche suddivisa in tre blocchi di 10 minuti, permette di bruciare ben 1000 calorie supplementari alla settimana. Salire le scale, portare a spasso il cane, dedicarsi al giardinaggio, camminare con un buon passo, lavare i vetri, sgomberare la neve, giocare con i bambini: le attività più normali, ma anche quelle più divertenti hanno un influsso positivo sull’organismo, a condizione che vengano ripetute ogni giorno.”

Esiste una terapia farmacologica per smettere di fumare?

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“La terapia farmacologica può sicuramente aiutare: la terapia sostitutiva della nicotina (cerotti, gomme da masticare, spray nasale, inalatore e microtab) permette di differire il problema mantenendo l’apporto di nicotina. Un eventuale aumento di peso si manifesterà quindi soltanto al termine della terapia, ossia circa 3 mesi dopo la cessazione del fumo. Un altro farmaco, il bupropione, limita l’aumento di peso dovuto alla sospensione della nicotina, mentre minore è l’azione anoressizzante della vareniclina, il farmaco più attivo per chi ha intenzione di smettere di fumare.

È da ricordare tuttavia che i farmaci succitati permettono di affrontare una questione alla volta: prima la disassuefazione dal fumo, poi l’aumento di peso. Una volta risolto il problema della dipendenza: il neo ex fumatore è più sereno e quindi più disponibile nei confronti di una strategia volta a limitare l’aumento di peso”

Perché si ingrassa quando si smette di fumare?

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“Inventiamo il caso del Sig. Mario Rossi che è fumatore, ha una vita sedentaria, un lavoro impiegatizio e perciò poco attivo, non pratica sport ed è in sovrappeso, con un fabbisogno calorico giornaliero di circa 2500 Kcal per mantenere il suo peso (in eccesso)”,  aggiunge il dott. Giuliano Ubezio, dietista.

“Un bel giorno il sig. Rossi, pur continuando sempre a mantenere il suo stile di vita (sedentario e poco attivo), decide di smettere di fumare, ecco che inizia a notare l’aumento del peso, perché il suo fabbisogno è calato a 2000 kcal, ma continuando a mangiare come ha sempre fatto introdurrà più calorie (500 Kcal) rispetto al suo fabbisogno. Questo accade a tutti i fumatori che smettono di fumare, perché il fumo aumenta il fabbisogno calorico giornaliero di 500 Kcal. Perciò quando si smette di fumare sarebbe bene ridurre le calorie giornaliere così da mantenere  il proprio introito calorico, pari al consumo calorico e non superiore, bilanciando gli alimenti correttamente.

L’aumento di peso quando si smette di fumare è legato poi all’aumento di tutti i gesti compensatori che si compiono al posto di fumare, perciò si “spilucca” nervosamente al posto di fumare la sigaretta, come gesto compiuto in sostituzione all’usare la bocca per fumare, ma per mangiare. Come spesso succede ciò che si mangia sono caramelle, snack dolci o salati pezzetti formaggio o salumi che sostituiscono la sigaretta, introducendo così molte più calorie rispetto al fabbisogno calorico giornaliero, aumentando di conseguenza il peso corporeo. In questo caso creare una dieta personalizzata può essere utile per capire cosa mangiare fuori pasto, in sostituzione del gesto ormai eliminato del fumare la sigaretta.”

Come fare a smettere di fumare e non “compensare” aumentando la gratificazione alimentare?

Parola all’esperto: “Da un punto di vista psicologico-comportamentale, l’abitudine al fumo è comunemente sostituita da una modalità di mangiare che ha un carattere di tipo emotivo”, spiega la dott.ssa Francesca Biondini, psicoterapeuta esperta di dipendenze.

“La soddisfazione derivante un’assunzione impulsiva/compulsiva di cibo aumenta i livelli di dopamina nel corpo, replicando gli effetti del fumare una sigaretta. Questo può portare a un maggiore apporto calorico, al consumo compensatorio di alimenti rapidamente fruibili come dolci e snack… (soddisfazione orale) con un conseguente aumento di peso, se non riconosciuto e controllato. Ecco perché nel nostro programma equipe medica, psicologica e dietologica lavorano insieme, per fornire un aiuto integrato composto da diverse strategie rivolte a gestire i differenti stati emotivi che sottendono la fame da cessazione di fumo, creando insieme un buon modo per contribuire a ripristinare la calma e una funzione metabolica sana per aiutare a frenare appetito e ansia.”

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Smettere di fumare può essere l’occasione per lavorare su sé stessi?

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È bene quindi pensare allo smettere di fumare come un momento in cui lavorare su se stessi per “imparare” a conoscere il proprio sistema di gratificazione, conoscere l’influenza delle emozioni sul comportamento a tavola oltre che nella gestione delle sostanze che generano dipendenza.

Può essere un momento che diventa un’opportunità per lavorare su sé stessi e migliorare a tutto tondo la propria fitness, non una condizione di coercizione e coartazione delle proprie pulsioni, desideri e meccanismi di gratificazione.