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Pubblicato inSalute

Quando andiamo a dormire il cervello si spegne?

Il sonno è uno strumento estremamente prezioso che consente al nostro cervello di sbarazzarsi delle informazioni inutili e di prepararsi ad accogliere nuove informazioni. Scopriamo insieme com’è possibile.

dormire

Tutte le volte in cui andiamo a dormire il cervello non si spegne. Durante il sonno infatti le cellule celebrali lavorano, si potrebbe dire, affinché non si produca una saturazione di informazioni e si sia recuperata, dopo le giuste ore di sonno, una sana plasticità neurale.

Ogni notte, quindi, il cervello svolge una manutenzione delle nostre funzioni cognitive e non solo si consolidano i ricordi, ma viene creato spazio per le nuove informazioni che immagazzineremo nel giorno successivo.

Cosa accade allora al nostro cervello mentre dormiamo? E come reagisce il nostro sistema nervoso se dormiamo troppo o, al contrario, troppo poco? Risponde la dottoressa Laura Geremia, specialista neurologa del Santagostino.

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Dormire, il cervello ne ha bisogno. Perché?

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Il dormire è una attività condivisa universalmente da tutte le specie animali, e noi siamo abituati a pensare che quando andiamo a dormire il cervello si sconnetta, e che questo essere offline rappresenti in qualche modo un vantaggio evolutivo.

Chiara Cirelli e Giulio Tononi, ricercatori della Winsconsin-Madison University, hanno formulato una ipotesi, che prende il nome di omeostasi sinaptica (SHY), secondo cui il sonno è il mezzo attraverso cui salvaguardiamo la nostra plasticità neurale, così da poter essere pronti ad imparare nuove informazioni al momento del risveglio.

In pratica, grazie al dormire il cervello fa ordine e libera nuovo spazio utile, perché il sonno:

  • aiuta il processo di normalizzazione e ripristino sinaptico
  • favorisce il consolidamento della memoria
  • integra i ricordi passati con i nuovi
  • elimina le informazioni inutili.

Il ruolo delle sinapsi nella veglia e durante il sonno

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Durante la veglia, i neuroni comunicano tra loro attraverso delle connessioni chiamate sinapsi, è così che si verifica il potenziamento della rete neurale, che permette apprendimento e immagazzinamento delle nuove informazioni. L’encefalo riesce a modificare sia la propria struttura che la propria funzionalità, e l’intero processo prende il nome di plasticità neurale.

La plasticità neurale va intesa come un processo di costante e continuo adattamento rispetto a quanto accade nell’ambiente esterno. Durante questo processo, quindi, le sinapsi si rafforzano e aumentano di dimensioni.

Ma questo aumento di dimensioni richiede ulteriore energia e nutrimento da parte delle cellule, con una tendenza che porta alla saturazione. Serve dunque un meccanismo di bilanciamento di questa crescita, per far sì che le informazioni e le connessioni non si annullino, per eccesso. E questo sarebbe il ruolo giocato dal sonno.

Quante ore di sonno servono per dormire bene?

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Il numero complessivo di ore di sonno necessarie al nostro organismo, affinché funzioni al meglio nel momento del risveglio, variano con il variare dell’età. Possiamo indicare dei riferimenti:

  • i neonati fino ai 12 mesi hanno bisogno di 12 – 17 ore di sonno
  • i bambini in età scolare necessitano di circa 9 – 11 ore
  • gli adulti fino ai 64 anni circa 7 – 8 ore di sonno
  • gli adulti oltre i 65 anni si attestano tra le 7 e le 8 ore di sonno.

In un adulto, le ore di sonno profondo deve rappresentare dal 13% al 23% del sonno totale.

Cosa succede al cervello quando non si dorme?

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La deprivazione di sonno, che può verificarsi nei casi di insonnia per esempio, produce un impatto negativo sulle nostre funzioni cerebrali durante il giorno. Tra le principali conseguenze del dormire poco ci sono:

  • difficoltà di concentrazione e apprendimento
  • perdita di memoria
  • cattivo umore e irritabilità
  • alterazione nella capacità di prendere decisioni.

Nei casi in cui la deprivazione di sonno dovesse svilupparsi per un lungo periodo, possono verificarsi altre condizioni quali ansia, stress, depressione; oltre a conseguenze fisiologiche quali ipertensione, diabete, obesità, infarto e ictus.

Cosa succede al cervello quando si dorme troppo?

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Quando dormiamo più di 9 ore a notte, ogni notte e, più in generale, per un tempo prolungato, esponiamo il nostro cervello ad una condizione di rischio. Chi dorme più di 9 ore a notte va incontro ad un maggiore rischio di insorgenza della demenza senile, come il morbo di Alzheimer per fare un primo esempio.

Gli effetti di un sonno eccessivo possono inoltre tradursi in un possibile aumento del diabete, aumentare il rischio di patologie cardiache e di ictus. È stato dimostrato, inoltre, come le alterazioni del sonno presentino una correlazione con l’aumento della proteina beta-amiloide nel liquido cerebrospinale, aumento correlato a sua volta ad un rischio maggiore di contrarre proprio il morbo di Alzheimer.

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L’importanza del dormire bene

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Dormire bene, avere quindi una sana igiene del sonno, porta benefici sia sul piano fisico che sul piano mentale ed emotivo. Per raggiungere questo obiettivo ricordiamoci di avere una duratura esposizione alla luce del sole durante il giorno, per aiutare il nostro ritmo circadiano, e non dimentichiamo di dormire almeno 7 ore per notte.

Se poi riusciamo a evitare pisolini durante il giorno, a non bere caffè durante le ore pomeridiane e a darci come regola tassativa il non esporci alle luci blu di smartphone e schermi elettronici nelle ore serali, ci siamo garantiti degli ottimi presupposti per un reale sonno ristoratore.