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Pubblicato inBenessere

Come eseguire l’autopalpazione dei testicoli

L’autopalpazione del testicolo è un autoesame fondamentale per la prevenzione del tumore al testicolo. Per questa ragione, dovrebbe essere praticata correttamente fin dalla pubertà.

L’autopalpazione dei testicoli può essere un valido strumento per la diagnosi precoce del cancro al testicolo. Risulta essere una pratica da eseguire affinché eventuali rigonfiamenti intercettati attraverso la palpazione siano oggetto di approfondimento diagnostico ed eventuale intervento medico.

Il dottor Fabio Leva, Specialista Urologo del Centro Medico Santagostino, spiega l’importanza in termini di prevenzione dell’autopalpazione.

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L’autopalpazione dei testicoli, perché va praticata?

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La migliore forma di cura è data dalla prevenzione. Questa frase acquista un senso estremamente concreto quando si parla di prevenzione del cancro al testicolo, dal momento che la diagnosi precoce passa proprio dall’autopalpazione dei testicoli.

Il cancro del testicolo, una volta diagnosticato e in seguito al suo trattamento, ha una percentuale netta di sopravvivenza a 5 anni del 93,2%. Queste indicazioni arrivano dal rapporto I numeri del cancro in Italia, pubblicato nel 2021 con il contributo, tra gli altri, dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica e dei Registri Tumori Italiani.

Sarebbe opportuno iniziare l’autopalpazione già a partire dalla pubertà. Il tumore al testicolo, che può essere intercettato da questo tipo di autoesame, ha il suo picco di incidenza nel periodo compreso tra i 20 anni e i 40 anni.

Come capire se si ha un problema ai testicoli?

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I testicoli, o gonadi maschili, ovvero le ghiandole sessuali preposte alla produzione di spermatozoi e di ormoni maschili come il testosterone, possono presentare sintomi cui il soggetto deve prestare attenzione.

I sintomi che potrebbero presentarsi sono:

  • un rigonfiamento in uno o entrambi i testicoli
  • testicoli o scroto con un dolore acuto o sordo, un dolore intermittente
  • sensazione di peso nella sacca scrotale
  • un dolore addominale di tipo sordo
  • senso di malessere e di fatica
  • idrocele, ovvero del liquido raccolto intorno al testicolo, nello scroto.

I testicoli, si ricorda, possono essere colpiti da patologie quali orchite, una infiammazione a carico di un testicolo, oppure varicocele, una dilatazione delle vene nella zona dello scroto. Patologie che non devono essere affatto trascurate, e che possono determinare anche infertilità.

Come eseguire l’autopalpazione dei testicoli?

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L’autopalpazione deve essere eseguita su entrambi i testicoli, ed è preferibile inoltre che sia svolta dopo un bagno caldo, o una doccia calda, perché il sacco scrotale risulterà più rilassato, e la palpazione potrà essere svolta in modo più confortevole.

Come primo atto il soggetto dovrebbe guardarsi davanti allo specchio alla ricerca di possibili gonfiori o tumefazioni o eventuali dilatazioni delle vene (varicosità). In un secondo momento inizia la palpazione vera e propria, durante la quale:

  • il soggetto con entrambe le mani tocca ogni testicolo
  • il testicolo deve essere toccato con l’indice e il medio posti nella parte inferiore e nella parte superiore
  • viene effettuata una rotazione delicata con le dita, così da esplorare entrambi i testicoli
  • anche il cordone spermatico, il cordone che collega il testicolo all’organismo, deve essere ispezionato.

Queste manovre, in condizioni normali, non dovrebbero determinare alcun tipo di dolore.

Come devono essere i testicoli al tatto?

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Se sani, i testicoli risultano compatti e lisci, senza alcuna protuberanza, privi di rigonfiamenti duri. È importante poi che non sia rilevata alcuna perdita di volume.

Questo procedimento è un autoesame che dovrebbe essere svolto dal soggetto su base mensile, annotando i giorni in cui viene svolto. Nel caso in cui dovessero presentarsi delle anomalie bisogna rivolgersi quanto prima al proprio medico. Gli specialisti che si occupano di problematiche relative ai testicoli sono lo specialista urologo e l’andrologo.

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Interventi in caso di tumore al testicolo

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Qualora, in seguito ad autopalpazione e visita specialistica, il soggetto dovesse ricevere una diagnosi di cancro al testicolo, le possibilità di intervento sarebbero:

  • intervento chirurgico per la rimozione del testicolo
  • radioterapia o chemioterapia.

La scelta nell’approccio dipende dal tipo specifico di tumore, dal suo stadio e dalle condizioni generali del soggetto. Ci sono, infine, alcuni fattori di rischio di cui tenere conto:

  • il fattore età, specie nella fascia 20 – 40 anni
  • il criptorchidismo, patologia nella quale i testicoli non arrivano a scendere nello scroto
  • l’infertilità, che determina un rischio fino a tre volte maggiore di sviluppare un cancro al testicolo
  • la familiarità, specie nei casi in cui è stato un fratello o il padre ad avere avuto una neoplasia al testicolo. Si parla di aumenti di rischio rispettivamente di 8 e di 4 volte.

Accanto all’autopalpazione dei testicoli, è fortemente consigliata una visita andrologica da svolgere con regolarità anche ai fini preventivi.